“Onestamente” è un lungo viaggio nella mente e nel cuore di un ragazzo di trent'anni. Un'età strana questa, esattamente nel mezzo tra l'essere ragazzo e l'essere adulto. Il monologo infatti sembra un lungo ping pong tra passato e futuro, tra chi siamo stati e chi, forse, saremo. Non a caso infatti lo spettacolo si apre sul concetto di “è bravo ma non si applica” frase che in molti si sono sentiti dire da piccoli o da ragazzi. Trent'anni vogliono dire maturità, consapevolezza di sé, ma anche ansie, paure e grandi dubbi. E allora i parallelismi nascono spontanei, siamo molto vicini al grande passaggio: da figlio a padre. Tra poco forse accompagneremo nostro figlio all'asilo ma la cosa ci crea non pochi traumi visto che ancora è ben presente nei ricordi il nostro primo giorno d'asilo. L'idea che presto ci potrà essere un nuovo arrivo permette di rivivere i momenti clou della vita, e più si scava, tra una risata e l'altra, e più viene a galla il senso di inadeguatezza e un filo di nostalgia. La domanda vera è: sono pronto? E la risposta non esiste, o meglio c'è ma non si vede, ci sarà forse, ma non ci è dato modo di conoscerla.. onestamente parlando. Il trentenne rivede con nostalgia i giochi da piccoli, gli scherzi, i momenti con gli amici e ha paura che certe cose, forse, non le vivrà più. E allora cerca una riscossa, un “andare oltre”, un cercare d'essere diverso, forse migliore. Si rimette a studiare, e analizza i classici come Amleto, scopre l'importanza di leggere e farsi una cultura, ma vorrebbe che i libri fossero più facili e soprattutto più brevi. Colmare le lacune è complicato, applicarsi è davvero difficile. E tutto ci può mettere in crisi, una corsa in metropolitana o un viaggio in aereo, vedere dei neogenitori e i loro comportamenti in pizzeria, il ricordo dell'adolescenza e dei telefoni di casa degli anni 90. Che genitore sarò? Forse come il babbo di Mozart? Chi lo sa! E poi c'è la religione, c'è il credere o meno, c'è Dio e c'è la morte. Ci sono i genitori che invecchiano, cosa che non vorremmo mai. Ci sono tante altre cose, un miliardo di momenti comici e incredibilmente divertenti. Uno spettacolo dove le risate non mancheranno di certo ma tutto questo, più che continuare a scriverlo, è meglio vederlo, onestamente.
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