Edizioni Schott Music GmbH & Co KG, Mainz – sub-editore per l’Italia Sugarmusic SpA - Edizioni Suvini Zerboni, Milano
Direzione d'orchestra Matteo Beltrami
Regia Fabio Sparvoli
Scene e costumi Alessandra Torella
Personaggi e interpreti
(la scelta degli interpreti che si alterneranno nelle recite è il risultato del laboratorio LTL OperaStudio 2012)
Gennaro Iovine Giampiero Cicino, Giuseppe Pellingra
Amalia, sua moglie Gaia Matteini, Marina Shevchenko, Valeria Sepe
Maria Rosaria, figlia Francesca Paola Geretto, Manuela Ranno, Paola Santucci
Amedeo, figlio Saverio Pugliese, Fabio Valenti
Errico “Settebellizze” Dario Di Vietri
Peppe o’ cricco Veio Torcigliani
Riccardo Spasiano, ragioniere Juan José Navarro
Federico Antonio Sapio
O’ miezzo Prevete Gianluca Tumino
Pascalino “o pittore” Andrei Bogatš, Andrea Antonino Schifaudo
Il Brigadiere Ciappa Giampiero Cicino, Giuseppe Pellingra
Peter, sergente americano Francisco Javier Landete, Stefano Trizzino
Adelaide Schiano Sofio Janelidze, Marta Lotti
Assunta, sua nipote Emanuela Grassi, Alessandra Masini
Donna Peppenella Raluca Pescaru
Donna Vincenza (opp. Vinzenza) Teresa Gargano
Rituccia, l’ultima figlia di Gennaro Eleonora Mascia
Orchestra della Toscana
Ensemble vocale del Progetto LTL OperaStudio 2012 diretto da Mauro Fabbri
Nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca
Coproduzione Progetto LTL OperaStudio (Teatro C. Goldoni di Livorno, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro di Pisa)
Napoli milionaria debuttò il 22 giugno 1977 al Festival dei Due Mondi di Spoleto. La collaborazione tra Eduardo De Filippo e Nino Rota generò un’opera più cupa e amara sia della commedia originaria, sia della sua realizzazione cinematografica: le variazioni apportate nella drammaturgia dallo stesso Eduardo segnalano una disillusione dovuta al rendersi conto del degrado di valori in seguito alla guerra e allo scivolare verso il basso della dignità umana.
La borsa nera di Napoli, le vicende amorose tra Maria Rosaria e Johnny, soldato americano, la vita di una povera famiglia oltre il limite della legalità, sono interpretati da Rota con un carattere che mantiene attenzione alla parola, senza per questo soverchiare il canto.
Spartito vocalmente impegnativo, disegna personaggi a tutto tondo, giocando con vitali contaminazioni linguistiche italiane, napoletane, americane a rendere il caos e lo sbandamento della vita appena conclusa la guerra. Rota rende in musica l’affresco di una Napoli dall’umanità ferita e fragile, non solo materialmente povera, ma che comincia a portare i segni di un’inconsapevole rovina interiore. Rota e De Filippo dimostrano in quest’opera di teatro musicale un forte impegno civile, testimonianza del profondo e felice connubio di due grandi artisti del Novecento italiano.