Teatro del Giglio
Domenica 6 settembre 2015, ore 21.00
Lo spettacolo è poesia e musica, realizzato da due attori-musicisti travolti da William Blake e dalle sue “visioni”.
Blake, vissuto tra fine ‘700 e inizio ‘800, fu incisore, disegnatore e soprattutto poeta. Un artista libero e provocatorio, inafferrabile, capace di rivoluzionare il linguaggio poetico con temi, immagini e una musicalità naturale che ancora oggi impressionano.
Questa musicalità è confluita nello spettacolo con una miscela sonora di rock e venature elettroniche e con l’assunzione di una natura assolutamente intima.
“Blake” è un progetto ammirevole, magico, dolcemente romantico, ingenuamente sorprendente. Lo dice il titolo che il protagonista, qui, è William Blake. Scelta azzardata, ma tutte le paure sono state spazzate via fin dalla prima quartina del poema e dall’introduzione seguente, posta da Blake stesso a capo della raccolta “Songs of Innocence”, che è una dichiarazione degli scopi e dei temi dominanti dell’opera ed è bellissima, perché è il trionfo dell’ingenuità, dove il poeta si fa cantastorie e pifferaio per un bambino raccontandogli una storia su un agnello. E poi ci sono tutte le frasi più note e rappresentative del (forse) più grande poeta inglese, tra le quali si dichiara l’essenzialità dell’immaginazione per l’esistenza umana; oppure le “porte della percezione” che devono essere purificate per svelare l’infinito che c’è dietro (“if the doors of perception were cleansed, every thing would appear to man and it is, infinite”), che hanno ispirato anche un certo Jim Morrison.
Non credo sia necessario qui riportare tutti i poemi scelti dal duo Pappacena/Vezzani per quest’opera musicale, bisogna solo ascoltarla in silenzio e farsi trasportare in quel mondo nascosto che solo la poesia più alta può svelare…Insomma musica e poesia sono inseparabili e sembrano essere nate una per l’altra. Qui trionfano entrambe e le parole dei poemi sembrano essere cucite addosso al susseguirsi delle note tipiche del rock più classico, e viceversa, come un filo rosso che unisce due pezzi di stoffa di cui si è perso il capo, dove ogni passaggio è sfumato e tutto sembra al suo posto. Complimenti.
…Fabio Pappacena e Giacomo Vezzani hanno il merito di continuare la “missione” che prese il via subito dopo la morte di Blake ad opera di Yeats, Ellis, Rossetti ed altri nomi illustri nel non consegnare ad una seconda morte una delle menti più geniali della cultura inglese.
Lo fanno attraverso un progetto che investe la musica, il teatro e persino la radio e che ripropone l’opera blakiana filtrata attraverso le molteplici esperienze dei due eclettici attori e musicisti.
…Due mondi che si uniscono e danno vita ad un’opera dai toni solenni, in cui la musica accompagna e arricchisce senza appesantire. Esemplare è il motivo accattivante che guida “The Tiger” poesia nota per le cupe descrizioni di un’innocenza perduta, quasi sollevata dalla sua gravità. E’ un bel regalo per chi già ama Blake, ma è una vera e propria manna dal cielo per chi si accorgerà della bellezza del poeta dopo esservisi avvicinato grazie a questo spettacolo.
Non fatevelo sfuggire!