Ultimo titolo della Stagione Lirica 2015-2016 del Teatro del Giglio, giunge a Lucca Mefistofele di Arrigo Boito, opera titanica, che assai raramente viene messa in scena nei grandi Teatri, e ancor più raramente nei Teatri di Tradizione. Sul palcoscenico lucchese l’opera fu rappresentata l’ultima volta nel lontano 1936, e prima di allora solo altre tre volte, nel 1888, nel 1903 e nel 1928.
Una gestazione complessa quella del Mefistofele, opera ispirata al Faust di Goethe. Una prima versione andò in scena il 5 marzo 1868 alla Scala di Milano, preceduta da un grosso battage pubblicitario, preannunciata come manifesto della musica “dell’Avvenire” di wagneriana ispirazione e circondata da un clima di grandissima attesa da parte sia del pubblico che degli ambienti musicali e letterari, ma fu un fiasco clamoroso per l’eccessiva lunghezza, per l’innesto di un dialogo in prosa, per alcune ricercatezze giudicate eccessive. Boito ritirò la monumentale partitura e la riscrisse radicalmente, operando diversi tagli e rifacimenti e imprimendole un’impronta lirico-sentimentale più in sintonia con i gusti correnti, ricca di momenti di grande intensità che ben tratteggiano la psicologia di Mefistofele, Faust e Margherita. La nuova versione vide la luce a Bologna, il 4 ottobre 1875, città ben più progressista e wagneriana, ed ebbe un successo tale da portarla rapidamente ad affermarsi e a entrare stabilmente nel repertorio dei maggiori teatri italiani e stranieri.