“Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Dale Wasserman, è la versione teatrale dell’omonimo romanzo di Ken Kesey, da cui Miloš Forman trasse il film con Jack Nicholson, entrato di diritto nella storia del cinema. Alessandro Gassmann dirige questo allestimento ambientato in una clinica psichiatrica italiana nel 1982: tutto inizia con l’ingresso di Dario, un paziente da studiare per determinare se la sua malattia mentale sia reale o simulata.
«Dario - nelle parole di Alessandro Gassmann - è un ribelle anticonformista che comprende subito la condizione alla quale sono sottoposti i suoi compagni di ospedale, creature vulnerabili, passive e inerti. Da quel momento si renderà paladino di una battaglia nei confronti di un sistema repressivo e crudele, in un percorso interiore dalla conclusione tragica ma che riscatterà una vita fino ad allora sregolata e inconcludente. Attraverso di lui, i pazienti riusciranno ad individuare ciò che continua ad esser loro negato: la speranza di essere compresi, di assumere il controllo della propria vita, di avere la speranza di essere liberi. Una lezione d’impegno civile, uno spietato atto di accusa, una potente metafora sul rapporto tra individuo e Potere costituito, sui meccanismi repressivi e di condizionamento della società. Un emozionante inno alla libertà».