Per il tradizionale appuntamento di Capodanno – domenica 1 gennaio 2017 alle ore 16.00 - il Teatro del Giglio sarà invaso dalle atmosfere tzigane della Budapest Gypsy Symphony Orchestra (altrimenti detta dei "Cento Violini Tzigani"). L’orchestra gypsy più numerosa e famosa al mondo, che negli ultimi anni ha conquistato i più importanti teatri, arene e festival nel suo tradizionale organico di archi, clarinetti e cymbalon –, a Lucca propone un programma accattivante che unisce musiche del grande repertorio, da Rossini a Brahms, da Strauss a Tchaikovsky, alla migliore tradizione gitana, senza dimenticare un omaggio a Giacomo Puccini, reso nell’ambito dei Puccini Days.
C'è qualcosa di incantato quando la più famosa orchestra gitana al mondo fa il suo ingresso sul palco: elettrizzante e istintiva come un ensemble zigano, rigorosa come un’orchestra viennese, che si esibisca in smoking nero o in abito tradizionale ungherese la Budapest Gypsy Symphony Orchestra è capace, in ogni luogo e contesto, di coinvolgere e trascinare il pubblico nel vortice della sua musica.
Dal 1994 ad oggi, la BGSO tiene regolarmente tour in tutto il mondo, esibendosi sui palchi delle grandi città come dei centri più piccoli; ha suonato in Africa, nelle Americhe, in Asia, in Australia e in moltissime città europee. L'attrazione principale della cerimonia d'apertura dell'Expo di Lisbona è stata proprio il concerto della BGSO di fronte a ventimila persone. A Cartagine, l’orchestra ha vinto il Festival Award della quarantacinquesima edizione dell'International Music Festival, con un pubblico di quindicimila persone a festeggiare questo esplosivo successo, e al Théâtre des Champs-Élysées a Parigi ha suonato con grandissimo successo per cinquantacinque serate, tra il 2002 e il 2014.
La BGSO si inserisce organicamente nel sistema delle istituzioni culturali ungheresi, tanto che dal 18 marzo 2016 può fregiarsi del prestigioso titolo di Hungaricum, onorificenza che viene tributata alle eccellenze culturali ungheresi; il suo obiettivo principale è quello di mantenere gli straordinari valori musicali di una tradizione che dura da secoli, che si tramanda in eredità nelle famiglie gitane di generazione in generazione.
