Macbeth è la tragedia del male dell’uomo, della violazione delle leggi morali e naturali, dell’ambiguità, del caos e della distruzione che ne consegue. Un rovesciamento di valori significativamente testimoniato dal canto ambiguo e beffardo delle streghe: “Il bello è brutto, e il brutto è bello”. Tutto ruota intorno all’inquietante parabola di seduzione dell’anima al male mettendo in scena il misterioso richiamo che da sempre l’uomo sente verso l’egoismo e la sopraffazione. Un richiamo dettato secondo Branciaroli non dalla sete di potere, come accade per altri protagonisti shakespeariani (vedi Riccardo III), ma per il timore che l’uomo ha verso la vita stessa, con i suoi imprevedibili cambiamenti che ci costringono a imboccare tortuose deviazioni. Il rifiuto di tutto questo genera fantasmi e vie di fuga in una realtà mischiata all’immaginario che nega la complessità della vita umana.