Con Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis.
La resistibile ascesa di Arturo Ui è una lucida e incisiva parabola satirica sull’avvento del nazismo nella Germania tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta. Bertolt Brecht, quando ormai la Seconda guerra mondiale si sta combattendo da due anni, sceglie di tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani e, a se stesso, da nove anni, l’esilio. L’indagine che sceglie d’avviare sui meccanismi perversi del potere e della demagogia sfocia in un allucinato e macabro affresco che, con meccanismo allegorico, egli ambienta non già in Europa – teatro reale del disastro – bensì oltreoceano, in una fantastica Chicago, nella quale ripercorre le fasi della costruzione del consenso per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle che hanno segnato l’ascesa criminale di Al Capone. Attraverso questo caustico e grottesco parallelo – gestito mediante sapienti dosaggi di tratti ora parodistici ora tragici – Brecht innesca la perlustrazione di un fenomeno storico di proporzioni planetarie, consentendo allo spettatore di seguirne lo sviluppo in maniera immediata e di comprenderne gli esiti socio-politici grazie ad una semplificazione mai gratuita e ad uno strumento – quello del teatro, appunto – che ne permette la leggibilità.
L’incisiva brevità dei singoli “numeri”, la retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e messi alla berlina attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica, traducono la parabola in una “rivista” briosa e nitida, caustica ed elegante, sul tragico nonsenso del nostro passato. Un apologo feroce e violento sulla tragedia europea del Nazismo, sull’intreccio terribile e puntuale di economia e terrore, di gangsterismo politico e consenso di massa.