Paolo Rossi al Teatro del Giglio con l’intramontabile Arlecchino: uno spettacolo rivisto in chiave contemporanea, anzi, proiettato verso il futuro. L’atteso rientro a Lucca dell’attore milanese ci porterà un incontenibile Paolo Rossi come interprete irriverente, buffone, ma soprattutto infernale, della maschera di Arlecchino della Commedia dell’Arte. Lo spettacolo è il risultato della collaborazione creativa che il CRT Milano, appena insediato al Teatro dell’Arte, ha proposto a quel “ragazzaccio terribile di Paolo Rossi”, per ripartire insieme proprio da Arlecchino. E Paolo Rossi, più funambolico e lunare che mai, si è avviato a grandi balzi lungo questo nuovo percorso, pronto ad abbandonare la sua maschera, quella ormai nota a tutto il pubblico teatrale dei suoi ammiratori, per rivivere nei panni di un “Arlecchino nevrotico e surreale in tono con il Terzo Millennio prossimo venturo”, come l’aveva definito Giorgio Strehler.
Del resto nemmeno Strehler, quando si alzò il sipario sulla prima rappresentazione di Arlecchino servitore di due padroni nel 1947, avrebbe potuto immaginare che quello spettacolo del Piccolo Teatro, appena fondato con Paolo Grassi, sarebbe diventato l’icona del teatro italiano nel mondo. Dopo oltre mezzo secolo dalla geniale invenzione che aveva trasformato il Truffaldino di Goldoni nella maschera di Arlecchino, Marcello Moretti prima, e Ferruccio Soleri poi, sono diventati l’immagine vivente della tradizione centenaria della Commedia dell’Arte, l’icona di una creatività che ancora oggi non manca di meravigliare il pubblico di ogni continente, abbattendo ad ogni andata in scena tutte le barriere di lingua e di cultura. E adesso, c’è anche Paolo Rossi che raccoglie e perpetua questa irresistibile eredità.