Vienna, Terzo Reich. Sigmund Freud, malato di cancro, è solo nel suo studio: la figlia Anna è stata appena arrestata da un caporale della Gestapo che l’ha portata via. In questo momento di angoscia riceve una visita da uno sconosciuto. Uno sconosciuto che dimostra di conoscere tutto di lui, del suo passato, dei suoi pensieri: dopo poche battute di dialogo, Freud si rende conto di aver di fronte nientemeno che Dio.
Un dialogo commovente, brillante, dolce ed esilarante, che inaspettatamente fa sorridere pur immergendosi nei grandi interrogativi dell’esistenza. Due grandi interpreti, Alessandro Haber (Freud) ed Alessio Boni (Dio) che conversano sui massimi sistemi e si confrontano e si scontrano sull’uomo e sul mondo, sul credere e sull’inconscio, in un serrato gioco a due, che avvince e prosegue oltre la fine dello spettacolo.